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mercoledì 12 settembre 2007

Carlo Alberto Dalla Chiesa

Ieri è finita la fiction a 2 puntate dedicata a un grande uomo che ha fatto tanto per l'Italia ma da da essa è stato tradito. Un'uomo saggio e giusto. Un idolo per tanti operai ma non solo, per tanti palermitani che dopo il suo assasinio si sono sentiti soli,abbandonati. Palermitani che hanno perso la speranza. Palermitani che tutt'oggi vivono con la paura di poter essere uccisi, con il pensiero che anche il loro vicino di casa possa essere un assassino, indecisi se fidarsi o no.
Carlo Alberto disse parecchie volte:
"Mi mandano in una realtà come Palermo,con gli stessi poteri del prefetto di Forlì"

"Purtroppo in questa difficile battaglia gli errori si pagano. Quello che per noi è una professione, per gli uomini di Cosa Nostra è questione di vita o di morte: se i mafiosi commettono degli errori, li pagano; se li commettiamo noi, ce li fanno pagare. (...) Da tutto questo bisogna trarre una lezione. Chi rappresenta l'autorità dello Stato in territorio nemico, ha il dovere di essere invulnerabile. Almeno nei limiti della prevedibilità e della fattibilità".

"Certamente non sono venuto per sgominare la mafia, perché il fenomeno mafioso non lo si può sgominare in una battaglia campale, in una guerra lampo, un cosiddetto Blitz. Però vorrei riuscire a contenerlo, per poi sgominarlo"

"C'è una crescita della mafia, che va radicandosi anche come realtà politico-malavitosa".

Martellucci invece disse: "Io ho la vista acuta, eppure non ho mai visto la mafia".

E il prefetto di Catania: "La mafia, qui da noi, non esiste". Il generale capisce che deve muoversi in fretta, prima che sia troppo tardi. Il primo giorno da prefetto a Palermo si fa portare a Villa Whitaker da un tassista. Altre volte si fa vedere a sorpresa tra la gente, incontra gli allievi dei licei, gli operai nei cantieri. Vuole scuotere la paura e suscitare il consenso".

Ma vorrei citare,per concludere, alcune parole di Dalla Chiesa, usate come conclusione nel film:

"Se è vero che esiste un potere,
quello è dello stato,
delle sue istituzioni e delle sue leggi"


Carlo Alberto non aveva mai perso la fiducia nello stato, ne da generale ne da prefetto. Infatti lo stato aveva deciso di fare una riunione proprio il giorno in cui è stato assasinato. Ma per un impegno di Rognoni era stata reinviata al 7 settembre.
P.s.L'immagine è di dominio pubblico in base Legge 22 aprile 1941 n. 633, modificata dalla legge 22 maggio 2004, n. 128 articoli 87 e 92.

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